Progetto "Di famiglia in Famiglia" - Comune di Seriate (BG)

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Di famiglia in famiglia: alla scoperta di luoghi, storie e personaggi del territorio bergamasco, ricco di sorprendenti tesori, antichi racconti e inaspettate curiosità

Un progetto per le famiglie nato dalla volontà della Provincia di Bergamo e di 22 Comuni di valorizzare preziosi tesori nascosti della propria terra e dedicato ai casati che, con la loro storia, hanno contribuito a quella del territorio.
L’amministrazione di Seriate ha aderito al progetto ed ha scelto di far conoscere e valorizzare una delle più belle ville presenti sul territorio: Villa Ambiveri.

Villa Ambiveri
La villa si trova in centro a Seriate e affaccia il suo giardino settentrionale su via Dante; quello meridionale è delimitato da via Molino Vecchio ad est e da via C. Colombo a sud.
Il corpo originario della villa, cioè il solo edificio rettangolare che dà su via Tasca, fu costruito dai conti Vertova nei primi decenni del 1700. Sono successivi i due sopralzi laterali e alcune decorazioni, tra le quali si distingue il medaglione con l'immagine di Torquato Tasso, posto in facciata.
All'interno un elegante porticato a colonne binate d'impostazione secentesca, termina su due edifici a bugnato di malta. Da questi partono altre due strutture rettangolari più basse risalenti alla seconda metà dell'Ottocento, probabilmente volute dai successivi proprietari della villa, i Tasca prima e gli Ambiveri poi.
Ultima proprietaria della villa fu Elisabetta Ambiveri (Betty) figlia primogenita di Giovanni Ambiveri, importante presenza femminile nella realtà socio-politica del Novecento, non soltanto a livello locale, come dimostrano i numerosi incarichi e le tante iniziative da lei sostenute.
Con i suoi 58 vani di abitazione, e la cappella, villa Ambiveri è una sontuosa villa padronale.
In fondo al cortile si trovano due grandi statue raffiguranti il Nilo e il Tevere, collocate sul parapetto di due vasche rettangolari a peschiera, un tempo alimentate dalla roggia Martinenga.
La villa e i suoi 1600 m² di area verde, sono sottoposti a vincolo pubblico dal 1914.
Alcune sale al primo piano sono affrescate, secondo la moda del tempo, dai «pittori di sala» Carlo Rancilio e Paolo Vincenzo Bonomini con figure neoclassiche, formelle, vasi decorativi. Un altro tipo di affresco, attribuito al Nebbia, soprannome di Luigi Deleidi, si può ammirare in una sala al pianterreno: rappresenta un paesaggio fluviale che, partendo dalle pareti, sale al soffitto senza soluzione di continuità, dilatando lo spazio.
Villa Ambiveri ospita la Fondazione ETS ed Associazione pubblica di fedeli «Russia Cristiana», sorta nel 1957 a opera di padre Romano Scalfi. Tra attività svolte e il patrimonio culturale curato da Russia Cristiana in Villa Ambiveri si segnalano l’Atelier iconografico «La Scuola di Seriate», la biblioteca di slavistica «Elisabetta Ambiveri», con un patrimonio di 40.000 volumi, l’Ufficio viaggi e l’archivio della Fondazione Russia Cristiana, la redazione del portale di informazione indipendente «La Nuova Europa». Nella cappella di villa Ambiveri, decorata da icone della Scuola e di importanti maestri russi, viene regolarmente celebrata la Divina Liturgia in rito bizantino-slavo.

Famiglia Ambiveri:
La famiglia Ambiveri, il cui nome ricorda Ambivere, un paese a sud della provincia di Bergamo da cui probabilmente deriva, risulta presente in terra bergamasca fin dal 1604, quando fu contratto matrimonio tra Francesco Ambiveri di Stefano con Antonia Scotti di Alessandro. Risulta inoltre lo svolgimento di un’attività serica consistente nella vendita di gallette (bozzoli di seta) tra Giuseppe Ambiveri e Girolamo Tassi in data 16 luglio 1746.
Per tornare a tempi più recenti che riguardano più direttamente gli antenati di Betty Ambiveri è da ricordare il nonno Gianroberto Ambiveri (1822-1879) nato a Bergamo in via Borfuro, parrocchia di S. Alessandro in Colonna. Nel 1848 sposò Maria Vanini (1829-1889) figlia di noti costruttori di Mendrisio, paese del Canton Ticino dalla quale ebbe sedici figli.
Noto per i suoi sentimenti antiaustriaci e seguace di Garibaldi, partecipò agli avvenimenti del 1848, ma al ritorno degli Austriaci in Lombardia fu costretto a fuggire rifugiandosi in Svizzera, dove la moglie aveva delle proprietà. Rientrato in patria si trasferì a Trescore Balneario, dove impiantò un’azienda per l’allevamento dei bachi da seta. Nel 1859 fu nominato capitano della Guardia Nazionale di Bergamo e dal 1868 al 1873 fu consigliere comunale di Trescore, carica che più tardi nel 1882 fu assunta dal figlio Giovanni.
Giovanni, (futuro padre di Betty) e il fratello Pietro alla morte del padre Gianroberto ereditarono l’azienda di famiglia “Semi-bachi”, che condussero insieme fino al 1886 quando terminò la loro collaborazione perché Giovanni si sposò.
Giovanni Ambiveri infatti sposò nel 1886 Chiara Radici anche lei di Trescore Balneario e in occasione del loro matrimonio si trasferirono presso la Villa Gargana, nel quartiere di Boccaleone, a Bergamo e lì impiantarono la loro attività di produzione del seme per l’allevamento dei bachi da seta.
Chiara era figlia unica di Elia Radici e di Elisabetta Donadoni. Il padre, laureato in legge all’università di Padova non fece mai l’avvocato, ma finiti gli studi si sposò e andò a vivere insieme alla moglie Elisabetta a Trescore Balneario in un castello presso la tenuta “Aminella, dove proseguì l’attività di famiglia impiantandovi una filanda.
Giovanni e Chiara si trasferirono da Villa Gargana dopo quattro anni e dopo la nascita dei primi due figli (Betty nel 1888 e Gianroberto nel 1889). La nuova residenza fu Villa Ambiveri a Seriate dove nacquero gli altri cinque figli (Clotilde, Maria Lucia Caterina, Elia Enrico Giuseppe (deceduto all’età di un anno), Maria Roberta e Maria Giulia Enrichetta).
Di Betty Ambiveri si conoscono la vita e le opere in ogni dettaglio, mentre degli altri fratelli si sa ben poco.
Gianroberto sposò in prime nozze la contessina Camozzi Vertova Giovanna Giulia Ernesta Costanza Maria chiamata Gina nel 1911 a Ranica. Gina apparteneva alla famiglia di Gabriele Camozzi (famoso patriota risorgimentale). In seconde nozze nel 1955 sposò Comolli Maria a Caprino Bergamasco.
Clotilde sposò Luigi Angelini nel 1914, ingegnere civile, architetto e urbanista, ebbe un ruolo fondamentale nella progettazione del nuovo centro di Bergamo bassa e nel Piano di risanamento di Città Alta.
Maria Lucia Caterina Ambiveri sposò Giovanni Siotto Pintor nel 1927 a Gorlago dove si può visitare la loro villa. Giovanni col grado di tenente ebbe una carriera militare, ma venne collocato a riposo a seguito di una frattura mal consolidata durante la prima guerra mondiale.
Maria Roberta Ambiveri sposò l’avv. Bonomi Giuseppe nel 1923 ed ebbe sette figli.
Enrichetta Ambiveri sposò l’avv. dott. Giovanni Nencioni e si trasferì a Livorno

Elisabetta Ambiveri (soprannominata Betty)
nacque a Bergamo da Giovanni Ambiveri e Chiara Radici. Il padre era imprenditore nel campo della produzione del seme per l’allevamento dei bachi da seta. Elisabetta, primogenita di sette figli, frequentò il Collegio delle Marcelline di via Quadronno, a Milano fino all’età di 18 anni. Terminati gli studi, seguita dal padre, si dedicò all'attività bacologica e alle varie coltivazioni agricole realizzate sui terreni di proprietà. Fu in questo periodo che Betty maturò un particolare interesse nei confronti di coloro che vivevano in condizioni di povertà e miseria ai quali offrì il proprio aiuto economico e morale, non solo nei riguardi della comunità locale, ma anche verso le popolazioni lontane. Nel 1920 fondò il Laboratorio Missionario e più tardi diventò presidente dell’Opera Apostolica, motore propulsore dell’attività missionaria nella diocesi di Bergamo.
Gli anni della prima guerra mondiale e il dopoguerra
Durante il periodo del grande conflitto Elisabetta prestò servizio come volontaria della Croce Rossa presso l’Ospedale Territoriale n.1 e in seguito presso l’Ospedale della Clementina a Bergamo, fino alla fine della guerra, prestazione per la quale le venne conferita una medaglia d’argento al merito. La sua iscrizione alla C.R.I. fu l’inizio di un servizio volontario che durò fino al 1957 e che la vide partecipe di tutte le iniziative umanitarie intraprese dall’associazione.

Il periodo fascista
I rapporti con il fascismo non furono facili, ma Betty riuscì sempre a svolgere le sue opere di assistenza alla popolazione locale più bisognosa. La crisi economica aveva provocato una forte flusso migratorio e insieme a don Agostino Vismara iniziò a dedicarsi all’assistenza degli emigranti e al loro inserimento nel luogo di destinazione, attività che fu costretta ad interrompere per l’intervento fascista.

La seconda guerra mondiale
Nell’aprile del 1940 il padre morì, Elisabetta fu sfiorata dall’idea di partire come missionaria, ma gli eventi storici precipitarono velocemente, a giugno l’Italia entrò in guerra così decise di rimanere. Nel mese di marzo del 1941 rivestì di nuovo i panni dell’infermiera volontaria presso l’Ospedale della Clementina.
Fu proprio durante l’opera di soccorso ai feriti di guerra, che si rese conto che vi erano forti carenze di medicinali per i ricoverati con malattie ai polmoni, così decise di protestare inviando una missiva direttamente al Duce. La conseguenza fu l’immediata sospensione dal servizio per tre mesi.

Dopo l'8 settembre
La sera del 10 settembre 1943 si riunirono in Villa Ambiveri un gruppo di amici per organizzare la banda Decò-Canetta con lo scopo di sostenere coloro che volevano ribellarsi all’oppressione tedesca. Elisabetta si prestò a nascondere delle armi nella sua Villa e in seguito ad una delazione la notte del 24 novembre 1943 venne arrestata e con lei tutti i componenti della banda.
Il processo fu celebrato il 7 marzo 1944 e la sentenza decretò la pena capitale, ma a seguito di una mobilitazione generale di proteste e sollecitazioni da parte di amici, conoscenti e dell’intera cittadinanza di Seriate fu tramutata in dieci anni di carcere da scontare in Germania nel carcere femminile nel paese di Aichach.
Il 24 aprile 1945 gli americani entrarono nel carcere e liberarono tutti i detenuti.

La ricostruzione
Rientrata dalla prigionia si impegnò in campo politico, amministrativo, sociale e nel volontariato. Alle elezioni del 24 marzo 1946 fu la prima donna ad essere eletta per numero di voti nel primo Consiglio Comunale del dopoguerra di Bergamo e così anche nelle elezioni successive del 27 maggio 1951. Nel 1956 fu la prima e unica donna ad essere eletta nel Consiglio Provinciale di Bergamo su mandato della Democrazia Cristiana. Fu nel contempo, dal 25 ottobre 1947, presidente della Commissaria Bolognini, l’attuale Ospedale Bolognini di Seriate.
Nell’agosto del 1945 Elisabetta Ambiveri fondò la sezione bergamasca del CIF (Centro Italiano Femminile) riuscendo a costituire nella provincia, in poco tempo, ben 115 sezioni. Ne fu presidente fino alla sua morte. Contribuì a fondare la Casa del Sole che accoglieva ragazzi con problemi di disadattamento, l’Istituto Pietro Moroni per ragazzi con Sindrome di Down.
Nel 1950 dopo anni di attività nella Croce Rossa fu nominata Ispettrice delle Infermiere Volontarie di Bergamo e Provincia e oltre alle consuete opere di assistenza organizzò importanti momenti di solidarietà in occasione di grandi eventi quali l’accoglienza degli alluvionati del Polesine e della Calabria, i profughi provenienti dall’Ungheria.

Movimento "Russia cristiana”
Nel 1957 Betty conobbe padre Romano Scalfi, il sacerdote che, dopo anni di formazione al collegio romano Russicum, aveva dato inizio al centro «Russia Cristiana» per diffondere in Occidente i tesori spirituali dell’Oriente cristiano e dare voce alla «chiesa del silenzio» oppressa dal regime sovietico. Betty si interessò subito dell'iniziativa e, dopo aver incontrato e chiesto consiglio a Papa Giovanni XXIII, cominciò ad ospitare le attività di Russia Cristiana nella propria villa, luogo dove ancora oggi essa ha sede.

Galleria fotografica:
Betty Ambiveri - Roma 1958 - Congresso 1959 - Villa Ambiveri da via Dante - Giardino di Villa Ambiveri - Villa Ambiveri vista dal giardino - Concerto in Villa Ambiveri

Siti tematici di approfondimento:
www.difamigliainfamiglia.it 
www.provincia.bergamo.it 

 

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